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Zweig, Arnold.

Romanziere tedesco. Dopo aver studiato discipline umanistiche e sociali a Breslavia, Monaco, Gottinga e Rostok, partecipò alla prima guerra mondiale in Francia e in Slesia, lavorando poi nell'ufficio stampa del fronte orientale. Dal 1919 al 1923 visse, come scrittore indipendente, sul Lago di Starnberg; si trasferì in seguito a Berlino, dove divenne redattore della "Jüdische Rundschau". Ebreo pacifista, aspramente combattuto nel suo Paese, nel 1937 si rifugiò in Palestina e collaborò a molte pubblicazioni antifasciste. Nel 1942-43 fu condirettore della rivista "Orient" a Caifa. Nel 1948 fece ritorno a Berlino Est, dove ottenne importanti riconoscimenti (premio Nazionale della Repubblica Democratica Tedesca nel 1951, premio Lenin nel 1958), divenendo uno dei maggiori esponenti della cultura comunista. Tra le sue opere narrative, notevoli per penetrazione psicologica e viva attenzione ai problemi sociali, vanno ricordate: il volume di racconti Novellen um Claudia (1912), che rivelano l'influsso della psicanalisi; il ciclo Der grosse Krieg der Weissen Männer (1913-1957), basato sulla problematica della guerra; i romanzi De Vrindet kehrt heim (1932); Erziehung vor Verdun (1935); Das Beil von Wandsbek (1947); Die Feuerpause (1954); Die Zeit ist reif (1957). Z. scrisse anche saggi letterari, alcuni dei quali dedicati a figure e a problemi del teatro (Lessing, Kleist und Büchner; Juden auf der deutschen Bühne). In Europa divenne noto con il romanzo pacifista Der Streit um den Sergeanten Grischa (1927), ispiratogli dalla guerra. Nel 1952 fu nominato presidente dell'Accademia delle arti della Repubblica Democratica Tedesca (Glogau, Slesia 1887 - Berlino 1968).